Nel frattempo in Italia esplode la moda dello Street Food e il fritto è “cibo di strada” per antonomasia. E Fritto Misto, infatti, non nasce con l’idea di fare un evento specifico sul cibo di strada. O meglio, c’è sì tra gli obiettivi quello di mettere in mano ai turisti un cartoccio fumante e di far loro gustare con la vista l’imponente bellezza dei monumenti di Ascoli Piceno, ma lo Street Food non è un’ossessione.
Piuttosto la novità del progetto è il tentativo di far convivere col cartoccio anche fritti che propriamente non erano nati per starci. D’altronde il monumentale fritto misto alla piemontese, il fritto toscano e anche il fritto misto all’ascolana non sono tradizionalmente cibi di strada, piuttosto piatti delle grandi feste comandate.
Così abbiamo cercato di fare una sintesi anche dei grandi fritti misti mettendo nel cartoccio ricette più complesse e articolate, trasformandole in cibo di strada e anticipando in qualche modo l’intuizione che in anni recenti hanno avuto anche grandi chef, i quali si stanno cimentando sempre più spesso nell’esercizio di inventare cibi di strada nuovi di zecca. Questo aspetto ha reso maggiormente accattivante e dinamico il concetto di Street Food, facendogli assumere in alcuni casi anche una marcata connotazione gourmet.
Non siamo di fronte ad una tendenza modaiola. Piuttosto parlerei di un fenomeno, visto che la riscoperta dello Street Food è avvenuta diverso tempo fa e negli anni si è diffusa e consolidata in modo capillare. E poi tra i tanti motivi per amare il cibo di strada ce ne sono due niente affatto secondari.
Primo, avvicina tante persone alle pratiche della buona cucina, perché spesso si tratta di cibi che si possono preparare in maniera abbastanza veloce. Secondo restituisce un senso alla fatidica pausa pranzo dove per anni hanno avuto il monopolio insignificanti insalatone, che fanno rimpiangere la scelta di non aver digiunato, davanti alle quali l’unica speranza di salvarsi è riposta in un buon olio extravergine di oliva.